GIORNATA DI STUDIO 3 dicembre 2025: L’Umorismo tra etica ed estetica: una verità con centomila maschere

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Université d’Alger 02

Faculté des Langues Etrangères

Laboratoire Interdisciplinaire de Recherche en Analyse du Discours, Didactique des langues et Interculturalité LIRADDI

                                                                                       

GIORNATA DI STUDIO

3 dicembre 2025

 

Responsabili scientifiche: Dr. Loubna BENNINI

                                                         Dr. Amira MAGUENOUCHE

 

 

L’Umorismo tra etica ed estetica: una verità con centomila maschere

 

Il termine umorismo evoca immediatamente concetti come allegria, ilarità, risata e divertimento. Sebbene queste siano le sue manifestazioni più comuni e visibili, esse rappresentano solo l'effetto finale di un fenomeno ben più profondo e articolato. I vocabolari definiscono l'umorismo come una facoltà cognitiva esclusivamente umana, capace di cogliere gli aspetti insoliti, stravaganti e bizzarri della realtà e di trasformarli in qualcosa che suscita il riso. Questo processo ha origine in uno stato mentale, per poi esprimersi attraverso strutture linguistiche o non linguistiche.

Nonostante la sua apparente semplicità, definire l'umorismo in modo preciso e univoco è estremamente complesso, proprio a causa della sua natura sfaccettata e poliedrica. 

Come afferma Dionigi 2010 “spesso ci si relaziona all’umorismo pensandolo come costrutto unico, mentre si tratta di un fenomeno complesso, caratterizzato da vari elementi e da più stili, anche completamente differenti tra loro […]. Attualmente, quando si parla di umorismo, ci si riferisce a un termine “ombrello” che generalmente ha una connotazione positiva e che indica l’azione del dire o fare qualcosa che sia percepito come divertente e che evochi gioia e risata negli altri.” (Dionigi, Gremigni 2010: 8)

Per contro, Alan Roberts smonta la credenza diffusa che umorismo e risata siano sempre connessi. Egli afferma che l'umorismo può manifestarsi anche in assenza di risate, e che è un errore credere che qualunque cosa provochi ilarità sia di per sé umoristica. Per definire meglio la natura dell'umorismo, Roberts introduce la sua "Theory of Humor", la quale suggerisce che l'essenza dell'umorismo risiede principalmente nell'intenzione del parlante di provocare il riso. Ciò implica che la natura umoristica di un atto non dipende tanto dall'effetto di divertimento che ne scaturisce, quanto dall’intenzione edi chi lo produce.

Capire cos'è l'umorismo è sempre stata una bella sfida, fin dai tempi antichi. Come dice C. Campanile, sembra che l'umorismo abbia "centomila definizioni"! fornite da diversi pensatori di ogni orientamento: da Platone ad Aristotele, e poi Hobbes, Hume, Kant, Schopenhauer, Bergson e Freud, Pirandello.

Il primo ad avviare una riflessione sull’umorismo fu  Platone, che lo condannava vedendolo come un’ espressione maligna di superiorità, e Aristotele, che pur riconoscendo la sua origine in un difetto, ne sottolinea la necessità di essere innocuo. Queste considerazioni hanno gettato i primi semi  della Teoria della Superiorità.

In seguito, nell’antichità Cicerone e Quintiliano ne evidenziano il valore retorico, considerando l’umorismo come uno strumente essenziale e vincente  per un  oratore competente.

Invece nell’età medievale, l'umorismo assume una doppia valenza: era  visto con sospetto  da parte dalla  Chiesa (un’espressione di non serietà  e di frivolezza) ma nella vita quotidiana era visto  uno strumento catartico , una specie di valvola di sfogo per affrontare paure e disagi  medievali(come nel Decameron).

Dal XVII al XX secolo, gli studi si fanno più sistematici, portando alla luce diverse teorie quali: la Teoria della Superiorità: si ride quando si percepisce  un difetto altrui (Hobbes: "Sudden Glory"). La Teoria dell'Incongruenza: si ride di fronte a qualcosa di inatteso  di incongruo o di illogico (Kant, Bergson).o anche  Teoria di stanpo sicologico la cosidetta la teoria del Sollievo: l'umorismo come scarica  di tensioni psichiche (Spencer, Freud).

Infine, Luigi Pirandello distingue l'umorismo dal comico considerandolo come una forma di analisi critica che implica una riflessione molto sottile celata e ocultata dietro le vesti di un riso.

Filosofi, pensatorei, psicologi e linguisti hanno dato il loro contributo per delineare al meglio l’ummorismo. Invece di trovare una singola definizione che mettesse tutti d'accordo, hanno finito per rendere la cosa ancora più complessa, arrivando a teorie e conclusioni molto diverse e distante  tra di loro.

Queste teorie cercarono di analizzare non solo il meccanismo della battuta, ma anche le profonde implicazioni psicologiche e sociali del riso.

Questa giornata di studio si propone di esplorare l’umorismo non solo come un espressione di svago e di leggerezza, ma come un campo di ricerca intersi  di significati, che interseca diverse discpline e settori,  che spaziano dalla filosofia alla psicologia, dall antropologia,allacomunicazione; l obiettivoè quello di enucleare le complessitç di questo fenomeno analizzando le sue varie manifestazioni: i riflettori possono essere rivolti a:

Invitiamo ricercatori e accademici a contribuire attivamente a questa giornata di studio; Le vostre proposte di comunicazione possono esplorare gli assi di ricerca delineati, approfondendo uno o più degli aspetti menzionati, oppure arricchire il dibattito proponendo nuovi assi tematici e prospettive.

Modalità di partecipazione

Gli studiosi interessati sono invitati a inviare un abstract di massimo 300 parole, corredato da una breve nota bio-bibliografica, entro il 10 novembre 2025 all’indirizzo e-mail: Cette adresse e-mail est protégée contre les robots spammeurs. Vous devez activer le JavaScript pour la visualiser.   

Gli esiti della selezione verranno comunicati entro il 15 novembre 2025.

La durata prevista per ciascun intervento è di 15 minuti, seguiti da discussione.

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